La pillola anti obesità funziona?

Chi è costretto a fare i conti con i chili di troppo potrebbe aver sentito nominare la pillola anti obesità, promossa e pubblicizzata come capace di favorire il dimagrimento. Ma è davvero così? In realtà no, come si può immaginare: non esistono, infatti, prodotti in grado di dar vita a miracoli, a maggior ragione se non accompagnati da sforzi o attività collaterali. Questa pillola, insomma, non può certo prendere il posto dei consigli di un nutrizionista, dei pareri di un dietologo o della consulenza di un food tutor.

Come si può leggere sul sito www.studionutrilab.com, negli Stati Uniti è stata approvata la messa in commercio di una pillola basata sulla lorcaserina. Questa sostanza non è altro che un antagonista dei recettori serotoninergici, che favoriscono la comparsa della sensazione di sazietà e, di conseguenza, determinano una riduzione della quantità di cibo che si consuma (differenziandosi, da questo punto di vista, rispetto alle amine simpaticomimetiche e agli inibitori della lipasi). Non tutto è oro quel che luccica, però, come dimostrato dal fatto che negli anni scorsi dal mercato sono stati ritirati alcuni principi attivi riconducibili alla stessa tipologia, perché sospettati di essere correlati allo sviluppo, nel tempo, di patologie aventi a che fare con un funzionamento non corretto delle valvole del cuore, o addirittura con l'insorgere di malattie neoplastiche.

Si dice che attualmente tali rischi siano stati eliminati e che non vi siano effetti collaterali visibili conseguenti all'assunzione della pillola: ma ciò è dimostrabile unicamente nel breve periodo, mentre sul lungo periodo non ci sono informazioni certe né dati sicuri. Le ricerche che hanno testato l'efficacia della pillola anti obesità hanno fatto registrare tra i soggetti controllati un calo di peso tra il 5 e il 10% rispetto a quello iniziale, per trattamenti della durata di due anni. Attenzione, però, perché i risultati sono stati ottenuti solo da coloro che hanno abbinato l'assunzione della pillola con lo svolgimento di regolare attività fisica e con il rispetto di direttive nutrizionali ben precise.

Per avere un'idea concreta del valore corrispondente al 10%, si può pensare a una persona che pesa 120 chili - e quindi è obesa -: se perde il 10% del suo peso, vuol dire che si libera di 12 chili, arrivando a 108. Di certo non si tratta di un grande miglioramento, soprattutto perché si verifica nel giro di ben due anni. Inoltre, le ricerche non specificano se il peso perso corrispondesse alla massa grassa o al tono muscolare. Insomma, i benefici delle pillole anti obesità, per il momento, non sono ancora stati dimostrati: quel che si sa è che si tratta di prodotti anoressizzanti, che hanno un effetto paragonabile a quelli derivanti dalle diete ipocaloriche. E ormai tutti sanno che queste diete sono inutili e dannose.