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Quella che segue non è una guida ai monumenti di una grande città, né alle sue eccellenze gastronomiche o enologiche. Certo, potrei scrivere di Milano: il cuore economico pulsante d’Italia, che si snoda tra i Navigli e il Castello Sforzesco, con il Duomo a fare da ovvio riferimento per il turista che sinora ha visitato Sant’Ambrogio, ammirato il Cenacolo e percorso via Dante solo su Internet. Ma vorrei darvi qualche consiglio (forse insolito) su come visitare non solo Milano, ma qualunque località dove non si è mai stati. Qualche semplice riflessione, nulla di più.
Arrivate in città in una domenica soleggiata, verso marzo. La primavera starà per arrivare, e il clima per una lunga passeggiata sarà il migliore dell’anno. Non caldo, non freddo. Anche i luoghi che vi sono sempre stati descritti come grigi e spenti prenderanno una nuova luce, con i riflessi del sole sulle maestose vetrate di una famosissima chiesa che, a detta di chi la vede spesso, è “bassa e larga”. “Tozza” è il termine che ho usato io, ma sono questioni di punti di vista.
Non preoccupatevi di avere solo poche ore a disposizione. Troppe volte si rinuncia a vedere dei gran posti solo perché non ci si può fermare per il tempo necessario a visitare tutto. Tralasciando il fatto che neanche chi vive a Roma, Firenze o Milano conosce tutto di Roma, Firenze e Milano, sarà sempre un’ottima scusa per tornarci. Meglio se presto, e non dopo anni di colpevoli rinvii.
Chiudete gli occhi prima di uscire dal metrò. C’è sempre un metrò con le scale che finiscono nel punto più mozzafiato: bisogna solo prendere l’uscita giusta. Lasciatevi abbagliare per un attimo dal sole, poi cercate quel punto da dove si vede tutto. Ma non cominciate subito a scattare le foto, per quelle ci sarà tempo. Ne farete tante, tutte insieme, quando vi renderete conto che il tempo vi starà sfuggendo di mano, probabilmente dopo pranzo, quando vi prenderà già un po’ di tristezza. E allora approfittate della mattina, per lasciarvi indietro i pensieri rimasti chiusi in un vagone del treno.
Non dimenticate di consultare una guida, una di quelle che raccontano anche i dettagli che ai turisti, di solito, sfuggono. Io generalmente ne compro una in formato A5, e la metto nello zaino. In questo caso, a farmi strada è stata una guida un po’ più voluminosa – a occhio e croce, ben più di un metro e ottanta – ma anche decisamente migliore di qualunque Lonely Planet in vendita in libreria. Incredibilmente completa, e ovviamente molto più di una guida. Generosa e disponibile. Attenta ai dettagli – perché, come mi ha spiegato, è il suo lavoro – ma mai nozionistica. Pronta a intervallare una spiegazione seria con delle grandiose risate. La carta stampata non potrà mai competere con il piacere di stare in buona compagnia.
Cogliete l’occasione per incontrare una persona che non vedevate da tanto, o forse da troppo. Il modo migliore di visitare una città è andare a trovare qualcuno: in quest’ottica, il risultato sarà sempre maggiore, e incredibilmente più bello, della somma dei tanti monumenti e attrazioni accanto a cui passerete. Lasciatevi sorprendere dalla sensazione di esservi frequentati tutti i giorni, anche se in realtà vi siete incontrati solo tre volte in sei anni. Le foto-cartolina che scatterete nella piazza centrale o nel parco saranno i più bei ricordi della città, molto più di qualsiasi souvenir da bancarella. E dunque riproponetevi, per l’ennesima volta, di non lasciar passare tutto questo tempo, che la vita scorre e nel mezzo ci capitano troppe cose inutili. Alla fine della giornata vi renderete conto che poche ore possono strapparvi un sorriso che durerà, anche quando il lungo viaggio di ritorno farà sorgere l’inevitabile stanchezza.
Ricordatevi di una canzone che avete ascoltato, e che parlava dei posti che vedrete. Vi farà ridere confrontare le idee che vi eravate costruiti sulla base di un verso o una strofa e la realtà. Troverete conferme, differenze, minimizzerete e ingigantirete. Ascolterete bonghi e bambini che giocano, ma soprattutto resterete stupiti del silenzio che, all’improvviso, circonderà quei luoghi che vi eravate immaginati sempre brulicanti di umanità varia. Ma ricordatevi che è domenica, e che lunedì tutto cambierà. Quindi non createvi facili illusioni, e godetevi il momento.
Non abbiate fretta, rinunciate a vedere un posto in più. Sedetevi su una panchina, a guardare un po’ il sole che comincia a scendere verso l’orizzonte, e fermatevi cinque minuti a pensare. Non a qualcosa di preciso, forse al momento in sé. Lasciate che vi tornino in mente i monumenti che avete visto, quelli che già conoscevate e quelli che non vi sareste mai immaginati. Confrontateli con i luoghi che conoscete come casa vostra, ma non soffermatevi troppo sui paragoni: cercate piuttosto di afferrare, per un attimo, l’essenza della diversità, e apprezzatene ogni sfumatura. È per questo che non vorrete mai smettere di scoprire nuovi luoghi. Non per cercare somiglianze con quello che conoscete già, ma per regalarvi una sensazione in più, per ricordare un momento di particolare intensità, per conoscere o incontrare di nuovo qualcuno. In breve, per regalarvi un sorriso.
Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.
La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.