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Un giro in moto in Italia - Parte IV - Cinque regioni in una giornata

Un giro in moto in Italia - Parte IV - Cinque regioni in una giornata

Il terzo giorno di viaggio è dedicato a una delle strade che da sempre avevo voglia di percorrere: la strada regionale 62 della Cisa. Per chi va in moto, la Cisa è uno dei passi da attraversare almeno una volta, uno dei tanti “battesimi” che un motociclista non vede l’ora di godersi, ancora meglio se in solitaria.

Partendo da La Spezia, la SR62 è una scelta più turistica e divertente dell’autostrada A15: da preferire assolutamente se non si ha fretta, per godersi dei grandiosi panorami e mille curve che si alternano in continuazione. Bisogna lasciarsi dondolare a destra e sinistra, senza controllare l’orologio per sapere se è tardi, e lasciar fare alla strada. Tutto il resto è piacere di guida.

Accolgo un altro ottimo consiglio: mi fermo a Pontremoli (MS), a 40 chilometri da La Spezia. Splendido borgo della Lunigiana, ha una lunga storia che affonda le sue radici nel Medioevo, soprattutto perché la città era una delle tappe della via Francigena. Passeggiare per i vicoli del centro, scattando qualche bella fotografia ai monumenti e agli edifici storici (da non perdere la Cattedrale di Santa Maria del Popolo e il Palazzo comunale, oltre al Castello del Piagnaro) è un ottimo modo di cominciare il viaggio, prima di rimettersi in sella e affrontare le curve verso il Passo della Cisa.

La strada scorre liscia senza fretta. Mentre si guida, è fantastico guardarsi intorno, respirando l’aria pulita e, come nel mio caso, ringraziando il cielo perché la pioggia non sta rovinando un percorso così bello. Si passano piccoli paesi e scorci che meriterebbero una sosta, ma l’obiettivo è più in alto, precisamente a 1.041 metri. Una volta arrivato in cima, ad accogliermi c’è un classicissimo cartello blu e bianco dell’ANAS che segnala l’altitudine, ma soprattutto un fiume di moto che, tutti i giorni e a qualsiasi ora, si radunano per una foto di rito e due chiacchiere tra persone accomunate da una grande passione. C’è il tempo per sgranchirsi le gambe, telefonare, scambiare due battute con dei motociclisti bolognesi che compiono il percorso opposto al mio. E poi si riparte, direzione Parma.

La discesa, a dire la verità, non è bella come la salita. Le condizioni dell’asfalto sono molto meno buone, e dover continuamente frenare per evitare buche e avvallamenti non è il modo migliore di godersi il viaggio. Tanto più che la moto a pieno carico è pesante, e i tempi di frenata non sono immediati. Ma non basta questo a scoraggiarmi, anche perché i chilometri scorrono rapidi e per l’ora di pranzo arrivo a Parma. Avevo sempre voluto visitare la città ducale, ma non ne avevo mai avuto l’occasione. Il tempo a disposizione non è molto – appena un paio d’ore – e quindi il mio giro turistico si limita al centro storico con le sue attrazioni più conosciute: il Teatro Regio, Piazza della Pace, Piazza della Pilotta con i suoi grandi giardini, Piazza Duomo, la Cattedrale con il Battistero. Da non perdere, anche se nascosto all’interno delle mura di un antico convento, il Giardino di San Paolo, a due passi da Piazza della Pace. Riparto con un po’ d’amaro in bocca per la sosta troppo breve: tornerò a visitare Parma più a fondo, questo è sicuro. Parco Ducale e Palazzo Ducale saranno le mie prime mete, ma con loro anche due birrifici eccezionali (altra mia passione) a poca distanza: il Birrificio del Ducato e Toccalmatto.

Appena il tempo di ripartire ed esaudisco un altro dei miei desideri da motociclista: percorrere la via Emilia, da molti definita come la strada italiana più simile alle grandi routes americane, tutte dritte e contornate da enormi distese di campi. Sapevo già che probabilmente mi sarei annoiato, e un collega mi aveva anche sconsigliato di passare di lì, ma non potevo non togliermi anche questo sfizio. Peccato che il traffico, gli assurdi limiti di velocità a 50 km/h con relativi autovelox e un po’ di fretta vista l’ora mi convincano, dopo un po’, a lasciar perdere il mio progetto di evitare a ogni costo le autostrade. Passo per Fidenza, Piacenza e mi dirigo verso Lodi, ma all’altezza di Casalpusterlengo seguo il cartello verde della A1 e nel giro di mezz’ora sono sulla famigerata tangenziale di Milano. Aggiro la città passando da sud, per poi imboccare la A8 che mi porterà verso il Piemonte. Sì, perché la meta iniziale era Busto Arsizio, ma poi la mia amica che mi ospiterà mi ha invitato a raggiungerla a Dormelletto, sul Lago Maggiore. E allora supero Legnano, Gallarate, Somma Lombardo, fino all’uscita di Castelletto Ticino. Le ore in moto si fanno sentire, e non vedo l’ora di arrivare.

Finalmente, intorno alle sette di sera, sono a Dormelletto, ma la serata è ad Arona, bella località sulle sponde del Lago Maggiore. Nel frattempo viene giù acqua a secchi, una pioggia come non mi era mai capitato di vedere. Piove ovunque, anche all’ingresso del ristorante. Ma almeno la giornata, e con lei il mio viaggio in moto, è stata asciutta. Devo solo infilarmi la tuta da pioggia per la prima volta per percorrere i 30 chilometri che mi separano da Busto Arsizio: dalle previsioni del giorno prima, mi sarei aspettato molto peggio. Ma probabilmente lassù c’è qualche dio dei motociclisti che ogni tanto ci protegge. Dopo cinque regioni attraversate in una giornata, è tempo di riposarsi, anche perché domani sarà un’altra giornata da passare in giro a vedere gran bei posti.

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Luca Porcella
Un giro in moto in italia - parte iv - cinque regioni in una giornata

Luca Porcella

Luca Porcella

Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.

La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.

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