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La Sabina è una terra antica, piena di coltivazioni e di belle donne, ammirate (e rapite) già dai Romani. In gran parte si estende nel territorio del comune di Rieti, e per questo è facilmente raggiungibile sia da Roma, sia dal resto dell’Italia centrale.
Partendo dalla Capitale – o, come nel mio caso, dalla sua periferia nordorientale – un giro in moto inizia necessariamente sulla Via Salaria, che da Piazza Fiume, a due passi da Porta Pia, attraversa Roma e si snoda lungo l’antico percorso fino all’Adriatico. Taglia la Sabina in due, lasciandosi a destra e sinistra meravigliosi paesi da visitare senza fretta e senza troppi programmi, attratti più da un cartello stradale notato per caso che da un’accurata pianificazione del giorno prima. In una giornata di sole di primavera si apprezzano al meglio i colori e gli odori di questa terra. Il verde intenso degli olivi e il profumo dei fiori che porteranno nuovi frutti, proprio al lato delle strade.
Ogni prima domenica del mese merita una visita la fiera di Osteria Nuova: una tradizione per molte famiglie e per motociclisti sempre impegnati, che a volte hanno bisogno di una scusa per riscoprire la bellezza del proprio territorio. Si può mangiare presto, comprando un panino o dei prodotti tipici tra le bancarelle. È possibile sedersi a un tavolo di plastica con un signore avanti con l’età che, gentilmente, ti invita ad accomodarti, ti offre del formaggio e del vino e dispensa consigli su come proteggersi dal freddo quando si viaggia in moto. Piccoli gesti quasi dimenticati, nella fretta cittadina di ogni giorno.
Di nuovo in sella, si può proseguire per Castelnuovo di Farfa, Montopoli in Sabina e dunque Poggio Mirteto, sede della diocesi Sabina. Dopo un caffè e due passi nel pregevole centro storico, si può continuare il viaggio verso Poggio Catino e Casperia, che merita sicuramente una sosta. Il borgo medievale, che si inerpica a cerchi concentrici fino alla più alta Piazza San Giovanni Battista, è una perla rara capace di offrire una vista grandiosa sui Monti Sabini.
Se il sole è ancora alto nel cielo, è inevitabile passare per Roccantica, una tappa ineguagliabile, anche se conosciuta da pochi. Anche qui il panorama è da foto ricordo, così come il pregevole centro storico che, in molti tratti, ricorda i paesini umbri arroccati sulla roccia. Tuttavia, la vera attrazione è il percorso pedonale che, dalla piazza centrale, si snoda al di fuori del centro abitato e si insinua nel folto bosco attraverso un sentiero lungo circa un chilometro. Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalla distanza o dal percorso difficoltoso: la destinazione (l’Eremo di San Leonardo), una cappella ricavata in una grotta naturale risalente al IX secolo, ripaga di ogni fatica. La serenità che vi regna, accompagnata dalla splendida vista sul bosco e sul torrente Galatina, saranno il migliore ricordo della giornata, inaspettato e sorprendente.
Proseguendo lungo il sentiero, o ripercorrendolo a ritroso, si torna al paese. A questo punto, un po’ stanchi e soddisfatti per la scelta dell’itinerario, si può risalire in moto e tornare verso Roma, attraversando Torrita Tiberina, Nazzano e arrivando a Fiano Romano, per poi proseguire verso la città. Rimarranno in tasca delle stupende fotografie, ma soprattutto un grande desiderio di tornare, già la domenica successiva, per scoprire nuove località altrettanto affascinanti: da Amatrice, luogo natio degli spaghetti all’amatriciana, a Cittaducale, ai piedi del Monte Terminillo; da Rieti, capoluogo di provincia con un centro storico tutto da visitare, a Colle di Tora, per una sosta al Lago del Turano; da Greccio, sede del magnifico santuario risalente ai tempi di San Francesco, a un’infinità di altri paesi che, per la loro storia e le loro attrazioni, meriterebbero tutti di essere visitati.
Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.
La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.