Goloso e Curioso
Baraonda, l'allegra osteria dei pescatori ora valorizza le tipicità del Delta de Po

Baraonda, l'allegra osteria dei pescatori ora valorizza le tipicità del Delta de Po

Quel nome desta l'attenzione: Baraonda. Eppure non è nè casuale, nè stravagante. E' semplicemente il modo in cui i pescatori locali chiamavano quell'osteria. Il luogo dove si fermavano ogni sera, una volta attraccato il peschereccio, per fare un po' di baldoria, giocare a carte e mangiare due buoni pesciolini fritti accompagnati da una buona "ombra". Uno di quei luoghi, insomma, che avrebbero suggerito al regista Mazzacurati l'ambientazione giusta per uno dei suoi film. Siamo a Porto Levante, sul delta del Po. Poco lontano dall'isola di Albarella e dalle spiagge di Rosolina e Porto Caleri. Quando nel 1982 la famiglia Pregnolato, ovvero papà Luciano e mamma Adriana, acquisirono il locale furono costretti a mantenere questo nome. A furor di popolo. E mantennero anche il tono della proposta: pesce, mitili e crostacei del delta. Preparati in modo tradizionale, seppur con uno stile che nel tempo si è evoluto, conferendo più leggerezza al piatto. Mamma Adriana è ancora ai fornelli del ristorante, aiutata dalla figlia Monia. Papà Luciano ora segue il banco, mentre la sala è nelle mani del figlio Massimo. "Noi - vogliamo rimanere fedeli alla nostra tradizione. Qui a Porto Levante ogni giorni i pescatori conferiscono del buon pesce, gli allevamenti della Sacca ci garantiscono cozze e vongole di qualità pregiata. I crostacei non mancano. Con questi prodotti il più è fatto". Fra i clienti sono moltissimi quelli fedelizzati, proprio perchè al ristorante Baraonda c'è una certa coerenza nel proporre le cose buone del delta. C'è un sughetto al pomodoro che accompagna le cozze, ad esempio, che mamma Adriana prepara da oltre trent'anni. Ma anche un semplice piatti di spaghetti alle vongole rivela la schiettezza di questa cucina diu mare dall'anima semplice. Anche adesso che il ristorante è nelle guide e il servizio si è affinato. Ottimi i crudi, ma non sfigurano anche le specialità al vapore, come le canocchie, i moscardini, le cappelunghe. Magistrale la granseola. Fra i secondi spiccano i branzini e le orate, ma anche il fritto dell'Adriatico, cotto con leggerezza. Massimo è pure sommelier e sa sempre suggerire il vino giusto, dal più semplice Prosecco allo Champagne di rango. Il conto è sui 40 euro, ma si può spendere anche meno.

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RENATO MALAMAN
Baraonda, l'allegra osteria dei pescatori ora valorizza le tipicità del delta de po

RENATO MALAMAN

RENATO MALAMAN

Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo.
Coautore di  numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto" e attualmente dirige la collana "Italia nel piatto" dell'editore Il Poligrafo.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto. Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 111 paesi del mondo. Fa parte del Gist, associazione della stampa turistica di cui ha ricoperto la carica di delegato regionale e consigliere nazionale. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau.

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