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“Menù che vince non si cambia”: è una
ricetta perfettamente rispettata, con piena
soddisfazione, dai coniugi Adele e Tranquillo Viganò che da 51 anni gestiscono
la Trattoria del Teatro, storico locale di Bergamo Alta, tempio della tradizione
culinaria bergamasca più ortodossa.
Prima in via Colleoni (nei
pressi dell’entrata al Teatro Sociale, di qui il nome del locale), poi, dal
1983, trasferimento poco distante nella attuale sede di piazza Mascheroni, ma
per Adele e Tranquillo l’impostazione della cucina non è mai cambiata: cucina
tipica bergamasca, con la polenta sempre sul fuoco e nel forno il capretto e il
coniglio, mentre il brasato al Valcalepio rosso cuoce per ore sino a diventare
tenerissimo. Per non parlare del foiolo, qui gettonatissimo.
«Era il 1965 –ricordano i
coniugi Viganò – ed eravamo appena sposati. Si era liberata la gestione della
trattoria e l’abbiamo presa al volo, rinunciando anche al viaggio di nozze. Da
allora è stato un continuo crescendo di lavoro». E la pensione? «Ci stiamo
pensando – affermano – ma la soddisfazione che ci manifestano ogni giorno i
nostri clienti ci dà lo stimolo per continuare».
Una controprova sulla
validità e la costanza nel tempo della Trattoria del Teatro l’hanno voluta fare
i soci del Club Buongustai Bergamo, guidati dall’avvocato Ernesto Tucci: alla
fine hanno dovuto dare atto ai coniugi Viganò, validamente aiutati in cucina
dal figlio Enrico, di essere sempre all’altezza della situazione. Nella sua
semplicità e nella ripetizione del menù proposto, la Trattoria del Teatro è
diventata un porto gastronomico sicuro per bergamaschi e turisti.
Alla prova dei palati dei
buongustai, l’esame è stato ottimamente superato. Il menù: salame nostrano
bergamasco (veramente nostrano…) con polenta, prosciutto crudo. Sono seguiti degli
ottimi casoncelli alla maniera della signora Adele e un risotto ai funghi
porcini. Per le carni l’offerta è stata generosa (brasato al vino rosso
bergamasco, capretto al forno) e ottimi anche i funghi porcini trifolati. Piatti
più che collaudati in anni di attività. Per dessert frutti di bosco con gelato.
Il vino, ovviamente bergamasco, è stato il buon Valcalepio Rosso Lyr 2013 di
Eligio Magri, prodotto a Scanzorosciate.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981