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“L’enoturismo è tricolore, ora lo si può dire con certezza; ma è un tricolore francese, non certo il nostro”. A dirlo, il presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino (MTV), Carlo Pietrasanta, che ha commentato le recenti importanti iniziative intraprese dal Paese competitor in favore dell’enoturismo.
“Come in un film già
visto - ha proseguito Pietrasanta -, la Francia ci sovrasta in quanto a
programmazione e managerialità della cosa pubblica. E quello che è successo
nell’ultimo anno è sotto gli occhi di tutti: Parigi ha messo in piedi un
portale che raccoglie tutta l'offerta enoturistica del Paese e che funziona
benissimo, nonostante non sia costato milioni di euro come i nostri, inutili,
siti vetrina. E non è un caso che il portale – che punta ad attirare 4mln di
nuovi enoturisti stranieri entro il 2020, anche attraverso prenotazioni dirette
dal sito - sia stato presentato dal ministro degli Esteri; come non è un caso
che giusto un anno fa lo stesso ministro, Laurent Fabius, annunciasse un piano
speciale con un fondo nazionale in favore del comparto. Detto, fatto: mentre in
Italia, da Expo in poi, in tutti i grandi comizi sul vino nessun politico
dimenticava di citare l’enoturismo, in Francia si stanziavano decine di milioni
di euro per investire veramente”.
Per il presidente del Movimento Turismo del Vino, che
conta circa 1000 cantine associate: “Gli 81mln di euro impiegati per costruire
‘La Cité du vin de Bordeaux’ sono la ciliegina su una torta che nella regione
fattura sotto la voce turismo ben 4mld di euro l’anno e che negli ultimi 15
anni ha triplicato i propri visitatori (da 2 a 6 mln, con 50mila posti di
lavoro diretti). Una ciliegina che porterà altri 450mila visitatori l’anno.
Tutto ciò – ha proseguito Pietrasanta - mentre da noi non si trova nemmeno la
quadra per fare un nuovo regolamento comune. Siamo ancorati all'annosa
questione della vecchia legge sulle Strade del Vino del 1999, che non ha mai
contemplato la possibilità di fatturare visite, attività e mescita di vini in
cantina, nonostante siano ormai diventate pratiche comuni e voci importanti di
bilancio. E se Cantine Aperte spopola, con un numero di persone pari agli
spettatori di 50 partite di Serie A, noi ci sentiamo come una provinciale tra i
giganti del calcio internazionale. In attesa, ad esempio, di un testo unico sul
vino che doveva essere presentato al Vinitaly 2015, poi al Vinitaly 2016 dove è
passata solo una bozza e in cui - deo gratias – è inclusa una mini postilla che
dovrebbe aprire almeno alle degustazioni in cantina. Ma tant’è – ha concluso il
presidente MTV - la grandeur francese partorisce le montagne, noi purtroppo
nemmeno un topolino”.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981