Goloso e Curioso
Il Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia celebra San Biagio

Il Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia celebra San Biagio

Eccellenze enogastronomiche a filiera corta del Pavese e un protagonista d’eccezione: il Panettone.

Un appuntamento speciale quello del 31 Gennaio a Certosa di Pavia. Il MEC non solo giocherà in casa con il suo catalogo di eccellenze enogastronomiche di Oltrepo, Pavese, Lomellina e Monferrato ma festeggerà, pur con qualche giorno di anticipo sul calendario,  San Biagio (il 3 febbraio, ndr)  e il dolce lombardo per eccellenza: il Panettone. La tradizione vuole il santo protettore della gola. “A San Bias se benedis la gola e él nas”: la leggenda narra che una mamma avesse portato dal santo, guaritore armeno eletto vescovo nel IV secolo d. C., il figlio che stava morendo a causa di una lisca di pesce conficcata in gola. Il medico gli fece mangiare un pezzo di mollica di pane che, rimuovendo la spina, salvò il piccolo.

Per tutta la giornata di domenica gli organizzatori offriranno a turisti, pubblico di foodies,  enogastronauti, e golosi alla loro prima visita in quel della Certosa, una fetta di panettone artigianale. Il dolce milanese per eccellenza come cura preventiva dei mali di stagione.

Il calendario del MEC del 2016 ha preso il via domenica scorsa con un piccolo cambiamento logistico a beneficio di una maggiore visibilità: infatti il farmers’ market si è spostato di un centinaio di metri, nella nuova postazione parcheggio.

Altissima qualità, prodotti che sono un inno alla dieta mediterranea: questi gli elementi fondanti del mercatino posto davanti al suggestivo, stupendo complesso abbaziale della  Certosa di Pavia, gioiello dell’architettura monastica lombarda, Chartres della bassa padana.

Nella vetrina del MEC il meglio del meglio della produzione agricola del Pavese, dell’Oltrepo, della Lomellina e del vicino Monferrato.  Farmers’ market a filiera corta e garantita  che dà la possibilità ai consumatori di degustare ed acquistare il meglio della food valley pavese.

Un ricchissimo catalogo di tipicità ed eccellenze a filiera corta: specialità casearie di latte vaccino e per quanti tengono d’occhio il tasso di colesterolo, anche di pecora e capra; Varzi DOP (prodotto con l’utilizzo del filetto che è la parte più pregiata del maiale) e  salame d’oca di Mortara IGP, pregiata produzione  lomellina insieme i prosciutti ed il paté di fegato d’oca; vino dei Colli d’Oltrepo e del vicino Monferrato; miele e offelle. E per il reparto freschi zucca, cipolla, aglio… e zafferano a chilometro zero di Mornico Losana.

La Certosa di Pavia è facilmente e rapidamente raggiungibile anche in treno da Milano con comodi treni Regionali (uno ogni ora). E se le condizioni meteorologiche lo consentono anche in bicicletta da Milano, magari seguendo il cammino di Sant'Agostino: una trentina di chilometri da Milano (linea 2 della metropolitana, fermata Romolo o Abbiategrasso, http://www.piste-ciclabili.com/itinerari/15-milano-pavia-lungo-il-naviglio-pavese).

Dichiarata monumento nazionale italiano nel 1866 diventando così proprietà del Regno d’Italia, la Certosa di Pavia fu eretta a partire dal 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti come sacello funebre della famiglia; il monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473. La facciata venne realizzata successivamente dai fratelli Mantegazza e da Giovanni Antonio Amadeo (la parte inferiore) e da Lombardo nel XVI secolo (la parte superiore).

 

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Simonetta
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Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono  gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie:  i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le  persone che lo producono .  Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”:  il che è profondamente  vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.

simonetta.tocchetti@libero.it

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