Goloso e Curioso
MEC a Mirasole, il Mercatino della Certosa ancora sulla Strade delle Abbazie

MEC a Mirasole, il Mercatino della Certosa ancora sulla Strade delle Abbazie

…e nel pomeriggio concerto di Natale con un ensemble di 60 voci

 

Milano, Dicembre 2014 – Il Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia torna a Mirasole domenica 21 Dicembre, ultima data del 2014 per il farmers’ market pavese presente con la sua vetrina del gusto in alcuni dei luoghi lombardi più suggestivi e carichi di bellezza e di storia. Morimondo, Chiaravalle, Mirasole sono solo alcune delle tappe toccate dal MEC nell’arco dell’anno con le eccellenze enogastronomiche del Pavese, della Lomellina e dell’Oltrepo.

 

L’Abbazia di Mirasole si trova in quel di Opera, alle porte di Milano: complesso religioso del XIII secolo che nel pomeriggio di domenica, alle 15:30, si trasformerà in un suggestivo palcoscenico per le 60 voci dell’Ensemble Vocale Ambrosiano e dei Musici Cantori di Milano dirette da Mauro Penacca (al pianoforte Roberto Binetti, Gianpaolo Berrettini all’organo Hammond). Special guest la vocalist Marta Rainoldi. Classici della musica natalizia e standard per un evento emozionante.

 

Quanto al Mercatino di Natale, foodies ed enogastronauti potranno trovare idee gustose per i regali di Natale dell’ultim’ora: nel catalogo proposto dal MEC eccellenze  a filiera corta da conoscere, degustare ed acquistare: salame di Varzi, salami e prosciutti d’oca della Lomellina, vini DOC dell'Oltrepò Pavese e del Monferrato, formaggi tipici, riso del Pavese, miele, funghi. Non mancheranno inoltre la pasta fresca, il pane in tutte le sue declinazioni, le offelle di Parona, succhi di frutta e salse, la birra artigianale.

Gli organizzatori stuzzicheranno il palato di tutti coloro che saranno a Mirasole con alcune specialità inveranli tipiche del Nord Italia: polenta, gnocco fritto, bagna cauda e castagne.

Una giornata, quella dell’ultima domenica prima di Natale, all’insegna della scoperta dei sapori del Pavese, dell’Oltrepo e della Lomellina ma anche di questo gioiello architettonico della Bassa Milanese. L’Abbazia di Mirasole era originariamente una cascina-abbazia gestita dall’Ordine degli Umiliati, ordine religioso che si dedicava non solo alla coltivazione dei campi ma anche alla fabbricazione di tessuti e panni di lana con sistemi altamente innovativi per l’epoca un ensemble  (Mirasole era l’unica realtà del circondario a possedere la macchina per  trasformare la lana in feltro).

 

 

 

MEC in trasferta

21 Dicembre 2014

Dalle 9 alle 18,30

Abbazia di Mirasole, Opera (Mi)

Ingresso libero

Info: Agenzia Réclam, 347 7264448

 

 

Abbazia di Mirasole è un'abbazia della prima metà del XIII secolo, che si trova presso Milano, nel comune di Opera.

Era una delle cascine-abbazie tenute dall'ordine degli Umiliati, che si dedicavano alla coltivazione dei campi e alla fabbricazione di panni di lana con sistemi innovativi per l'epoca: Mirasole possedeva le uniche macchine del circondario che rendevano possibile la trasformazione della lana in feltro. Intorno all'abbazia e alle sue attività economiche si sviluppò il centro di Opera. L'ordine fu soppresso nel 1582 e l'abbazia fu officiata dagli Olivetani. I beni passarono al Collegio Elvetico. Nel 1797, l'intera struttura dell’Abbazia venne assegnata da Napoleone in proprietà alla 'Fondazione Policlinico' di Milano che, anche sotto l'impulso dell'Associazione per l'Abbazia di Mirasole, costituitasi nel 1981, ne curò i restauri. Il 22 febbraio 2013, cinquecento anni dopo la partenza degli ultimi inquilini religiosi dell’abbazia, la Fondazione Policlinico di Milano ha affidato il complesso monastico in comodato gratuito per 99 anni all’ordine dei Canonici regolari premostratensi.

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Simonetta
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Simonetta

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Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono  gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie:  i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le  persone che lo producono .  Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”:  il che è profondamente  vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.

simonetta.tocchetti@libero.it

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