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Volti-Voci-Vini: intervista a Leonardo Romanelli

Volti-Voci-Vini: intervista a Leonardo Romanelli

In clima Vinitaly 2013, cominciamo a ritrarti – personalità davvero eclettica nel mondo dell’enogastronomia – come “Benemerito della vitivinicoltura italiana”: in cosa consiste, esattamente?

«Ogni anno, su segnalazione della regione di appartenenza, vengono premiati durante il Vinitaly di Verona, personaggi che nella loro vita si sono distinti per la propria attività in campo enologico, sia nella comunicazione che nel lavoro nei campi, in cantina, al ristorante o come comunicatori del gusto. Lo scorso anno la regione Toscana mi ha scelto e la cosa mi ha onorato moltissimo».

Memoria olfattiva, importante per i cibi, imprescindibile per i vini.

«Qui si forma un sommelier, con la sua capacità di interessare le persone al vino, attraverso un esercizio, quello dell'esame olfattivo, che richiama pensieri e ricordi del passato, di viaggi e sensazioni perdute. Una maniera per tenere desta l'attenzione ed evitare di ingurgitare il vino come una qualunque bevanda ma, al contrario, degustandolo con la massima attenzione».

Slow Food: facciamo il punto “alimentare”: ci siamo molto evoluti nella cura alla scelta e qualità dei cibi, la dieta mediterranea è sempre al top dei consigli?

«Direi che la dieta mediterranea ha fatto da apripista per adottare un regime alimentare sempre più equilibrato e bilanciato: oggi l'attenzione è puntata molto sul concetto vegan, ovvero senza l'impiego di alimenti di origine animale, una sfida che sino a pochi anni fa sembrava inverosimile e che trova oggi, invece, sempre più sostenitori».

Un altro Leonardo toscano pieno di interessi e talenti, anche quello di intrattenitore intelligente e divertente; i tuoi monologhi sono un cavallo di battaglia, dal pasticciere al sommelier…

«Quello del sommelier rimane lo spettacolo di maggior successo, con il pubblico che si immedesima nei panni del povero amatore desideroso di conoscere qualcosa di più sul vino e poi costretto a seguire un tour de force incredibile solo per portare il bicchiere alla bocca. Estremizzo alcuni comportamenti per far divertire le persone e non far cadere negli eccessi i degustatori professionisti!».
L’esperienza tv "Cuochi e fiamme": da ripetere?

«Ben contento di partecipare se ci saranno nuovi progetti. Al momento mi dedico molto alla scrittura. E' appena uscito il mio ultimo libro "La birra a tavola e in cucina" edito da Mondadori, 100 ricette con la birra protagonista tra i fornelli».

Il boom tv degli chef: che ne pensi?

«Come tutti i fenomeni mediatici, ci sarà un picco che poi tenderà a scendere e resisteranno i più bravi».
A cena con Gordon Ramsey o Benedetta Parodi?

«Gordon Ramsey senza dubbio».

Da papà: un giudizio su “Junior masterchef”.

«Non l'ho visto spesso ma a mio figlio piace davvero tanto!».
Da docente: una carriera con garanzie, oggi, quella nella ristorazione ed affini?

«Basta aver voglia di lavorare ed è un mestiere che non conosce crisi: bisogna però essere disposti a viaggiare e confrontarsi con realtà diverse».

Tempo di crisi: come lo verifichi attraverso il tuo sguardo sul settore enogastronomico?

«Chiusure di tanti locali, anche affermati. Offerte che cambiano, locali che aprono con orari più ampi. Molto è cambiato, e la crisi stimola a percorrere nuove strade».

Infaticabile: ideatore e conduttore del "Pellegrinaggio Artusiano", cammino a piedi tra Forlimpopoli a Firenze in occasione del centenario della morte di Pellegrino Artusi.

«L'idea, che poi ho realizzato e poi messo in pratica insieme ad un gruppo di altri nove giornalisti, è stata quella di ripercorrere, a piedi, lo stesso cammino che Pellegrino Artusi fece in carrozza per trasferirsi da Forlimpopoli a Firenze. Solo che, essendo tutti coinvolti nel settore enogastronomico, le soste erano sempre ricche, da un punto di vista alimentare. La sera poi, festeggiavamo sempre in un locale, dove poi alloggiavamo, con menu dedicati all'Artusi, coinvolgendo persone del luogo. Un'esperienza stupenda che amerei ripetere a breve».
Grazie mamma! La tua infanzia tra scuola, casa, polli (pronti in tavola ante litteram), ragù, spaghetti a colazione e feste famigliari.

«Beh, mia madre ha indubbiamente influito sul gusto. Partendo dal fatto che la mattina alle 6 era già in cucina a preparare il brodo e il ragù, lo svegliarmi tutte le mattine con certi odori mi ha incuriosito alquanto e mi ha fatto conoscere un mondo che poi  diventata la mia vita: mia sorella faceva colazione con la minestra in brodo e gli spaghetti, non amando il latte e certe immagini restano scolpite nella mente... Poi il fatto che mia madre volesse sperimentare con me le ricette che mi insegnavano a scuola lo trovo molto stimolante!».

 “Frattaglie” ricorre spesso nel tuo lessico: titolo di un libro, ma anche passione dichiarata.

«Il quinto quarto, ovvero le parti cosiddette di scarto degli animali. Credo che, se si debba sacrificare un animale, bisogna avere rispetto e mangiare tutte le componenti non solo quelle principali. Da lì l'amore che ho sviluppato per quelle parti che altri non considerano nemmeno degne di essere mangiate».
Interessato anche all’arte, hai fondato in Italia nel 1995 Arte e Fede-Arc Italia, associazione di guide volontarie operanti nelle principali cattedrali europee.

«Esperienza che ho vissuto con molto piacere all'estero, facendo la guida per quattro estati a Parigi, a Notre Dame e due a Londra, un anno a Westiminster Abbey e un anno a St. Paul Cathedral. Mi ha aperto la mente poter stare con miei coetanei, parlando la lingua del posto e allo stesso tempo fare la guida per i mie connazionali che venivano a visitare le chiese. Per questo ho deciso di creare la stessa opportunità in Italia, a Firenze, dove l'associazione esiste tuttora ed opera in altre chiese, oltre che nella cattedrale di Santa Maria del Fiore».

Dopo l’interessante libro sulle ricette con la birra, quali i prossimi progetti letterari?

«Il libro sulla mia dieta estiva!»

Ci vediamo al Vinitaly?

«Anche quest'anno presente

 

ALESSANDRA MORO – foto di Veronica Gaido

 

 

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Alessandra Moro

di radici friulane, è nata a Verona sotto il segno dei Pesci. Ha un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso.
Giornalista dell’ODG Veneto, lavora nel mondo della comunicazione stampa & tv; già collaboratrice per Corriere Veneto e per L'Arena - nelle pagine dedicate a cultura e spettacolo e al gusto - e per riviste di settore, ricopre da anni anche incarichi di ufficio stampa, ora insieme a Emma Sofia che, nata nel 2010, è diventata la più vicina, imprescindibile assistente.  
Appassionata lettrice ed appassionata cuoca, adora i formaggi (abbinati ai vini).

Editore

Editore del Goloso & Curioso la ditta Colombo 3000, un gruppo aziendale che si occupa da oltre 10 anni della...Leggi tutto»