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Chi inventò il proverbio “Una ciliegia tira l’altra”? Non
si sa. E’ uno di quei modi di dire che si perdono nella notte dei secoli. Quasi
sicuramente il proverbio nacque in latino. A importare il ciliegio (cerasum)
nella penisola italica fu un generale romano di grande valore il cui nome è,
purtroppo, imparentato ai bagordi: Lucullo. Si dice “pranzo luculliano” “cena
luculliana” per descrivere le meraviglie e le bontà di un banchetto, ma
pochissimi ricordano che Lucio Licinio Lucullo, questo il suo nome completo, fu
il comandante dell’esercito romano che a soli trent’anni sconfisse Mitridate,
il potente re del Ponto. Fu Lucullo a importare da Cerasunte, città dell’Asia,
la pianta che da essa prende il nome, il cerasum. E il frutto di tale pianta,
la “cerasa”, ossia la ciliegia, divenne uno dei frutti preferiti sulle tavole
aristocratiche della città caput mundi. Proprio vero, da allora una ciliegia
tira l’altra.
Alla ciliegia, un piccolo ma colto editore modenese, Vaccari,
dedica ora un piccolo dizionario, il “Ciliegiario”. Lo fa per tanti motivi, e
tra poco li vedremo, ma credo, soprattutto, per amor di patria. Vaccari ha la
sede nella città delle ciliegie più famosa d’Italia: Vignola. Alla ciliegia di
Vignola Vaccari dedica il primo volume della collana “Cinque”, una collana che
nasce da un’emozione, dalla volontà di raccontare attraverso le immagini le
passioni che muovono il cuore. “Ciliegiario”, come gli altri volumetti della
collana, ha il formato della cartolina, sia perché Vaccari oltre che di
editoria si occupa di filatelia (www.vaccari.it) e di altre sezioni del collezionismo attraverso la sua casa d’aste, sia
perché la cartolina evoca il viaggio, il ricordo che c’è nell’anima di ciascuno
di noi per un luogo ideale.
“Ciliegiario” è un dizionarietto sulla ciliegia di
Vignola, da “Amarena”, la marasca chiamata dai romani cerasus acidus, a “Zoca”,
il ceppo. “Na zoca ed zresa la fa un boun Nadèl”. Che tradotto dal dialetto
modenese significa che un ceppo di ciliegio bruciato nel camino a Natale porta
molto bene. Nel “ciliegiario” c’è tutto un mondo di cultura, storia, curiosità
e stranezze legate alla ciliegia. Vi si scopre la differenza tra la ciliegia
Mora e la Duracina Nera, tra il Durone Bianco e la Duracina dell’anello, tra il
Durone Nero Vesciolato e l’acidula Marena. E c’è il gusto: dolce, pieno come un
bacio, quando il bacio è sincero, d’amore. Altrimenti: “Avevi labbra sapor di
cerasa/ ma le parole tue eran d’amarena/ così se i baci tuoi sapevan di rosa/ i
motti tuoi eran per darmi pena”.
Il “ciliegiario”, 54 pagine con illustrazioni a colori,
costa 10 euro. Informazioni: Vaccari, via M. Buonarroti, 46; 41054 Vignola
(Modena); tel 059. 764106; fax 059.760157; info@vaccari.it; www.vaccari.it .
Direttore di Golosoecurioso. Giornalista professionista.
Archeogastronomo. È stato caposervizio del giornale L’Arena di
Verona. Ha scritto i libri “Il Bianco di Custoza”; “Il rosto e l’alesso, la
cucina veronese tra l’occupazione francese e quella austriaca”; “Berto Barbarani il poeta di Verona”. Scrive per la rivista nazionale dell'Associazione italiana sommelier "Vitae", per "Il sommelier veneto" e per il quotidiano nazionale La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Ha collaborato, con Edoardo
Raspelli, alla Guida l’Espresso. È ispettore della guida "Best gourmet dell'Alpe Adria". Ha vinto i premi Cilento 2006;
Giornalista del Durello 2007; Garda Hills 2008. Nel 2016 ha avuto il prestigioso riconoscimento internazionale Premio Ischia per la narrazione enogastronomica. Nel 2016 ha scritto il libro "Le verdure dimenticate" e nel 2017 "I frutti dimenticati", pubblicati entrambi da Gribaudo. Sempre per Gribaudo ha scritto "Il grande libro delle frittate". In collaborazione con Slow Food ha pubblicato nel 2018 il volumetto sul presidio "Il broccoletto di Custoza".
Indirizzo mail: morello.pecchioli@golosoecurioso.it