Goloso e Curioso
BUSSOLENGO, TERRA DEL CUSTOZA

BUSSOLENGO, TERRA DEL CUSTOZA

Il kiwi non è un frutto, è una famacia. Gonfio come un uovo di vitamina C, vanta anche vitamina E, potassio, rame e ferro. E’ antiossidante, fa fuori i radicali liberi come un formichiere slurpa migliaia di imenotteri in un sol colpo. Cancella le rughe mantenendo pelle fresca ed elastica. Non solo: per merito delle sue proprietà il kiwi protegge gengive e denti, mantiene giovani gli occhi, aiuta la digestione e, grazie alle fibre, dà una mano all’intestino a compiere il suo lavoro. Un kiwi al giorno sbarazza il sangue dai trigliceridi e contrasta l'accumulo di placche nelle arterie. E’ un frutto consigliato agli atleti e a chi fa sport perchè previene i crampi. Ci sarebbe altro da dire, ma fermiamoci qui: Papageno non è mica Lancet.

Forse non tutti lo sanno, ma è l´Italia il Paese che più di ogni altro al mondo produce kiwi. Non la Cina di dove l’actinidia è originaria; non la Nuova Zelanda dove gli inglesi la coltivarono in modo intensivo e dove, da un uccello locale senza ali, il kiwi, prese il nome. In Italia le liane di actinidia arrivarono molto tardi, alla fine del ‘900, ma la coltivazione ebbe subito un successo contagioso, da nord a sud della Penisola, grazie alla buona terra, alle condizioni climatiche favorevoli e al fatto che altre produzioni, come le pesche, non rendevano più come prima.

Nel veronese uno dei pionieri del kiwi fu l’attore Fabio Testi. Che, tra uno spaghetti western, una notte d’amore con Ursula Andress, una guappo-story diretta da Squitieri e una vicenda sentimentale con Charlotte Rampling, piantò dalle parti di Affi, in Valdadige, centinaia di ettari di actinidia arrivando a possedere la terza azienda per produzione di kiwi in Italia. Da allora è passato tanto tempo, Testi ha convertito i terreni di Affi in tartufaie, ma la coltivazione di actinidia nel veronese è rimasta importantissima. E’ la seconda in Italia dopo Latina. In questo panorama brillano le estese coltivazioni di kiwi nel territorio di Bussolengo, benedetto dalla fertilità del suolo, dal salutare clima a sud del Garda e dai benefici effetti dell’Adige e dei vicini monti, il Baldo e i Lessini. Bussolengo, florida cittadina a metà strada tra il lago di Garda e Verona,vanta un mercato ortofrutticolo di prim’ordine. E non s’accontenta pù di produrre e commerciare kiwi. Grazie all’iniziativa di qualche artigiano dell’agroalimentare e dei ristoratori del territorio, ora il frutto viene trasformato in benefici succhi, deliziose conserve, marmellare, torte, sorbetti, piatti e in altre leccornìe suggeriti dall’estro. Tra le tante gustose “invenzioni” proposte c’è anche il Risotto col kiwi preparato da Maurizio Ferron, grande risottaro di Isola della Scala, patria del Vialone Nano, uno dei risi da risotto migliori d’Italia. Ferron ha usato kiwi locali per un risotto servito in un pranzo dedicato a giornalisti enogastronomici in eductour a Bussolengo. Eccone la ricetta.

Ingredienti per quattro persone:

400 grammi di riso Vialone Nano

9 decilitri di brodo vegetale

150 grammi di kiwi non troppo maturi

40 grammi di olio extravergine di oliva

1 decilitro di spumante brut, meglio se Durello o Prosecco

1 noce di burro

50 grammi di Monte Veronese stagionato (o grana) grattugiato

sale q.b.

Procedimento: In una casseruola tostate il riso con 20 grammi di olio extravergine di oliva. Unite tutto il brodo bollente in un’unica volta e mescolate delicatamente, Coprite la casseruola con il coperchio e lasciate cuocere regolando la fiamma al minimo. In una padella metere i kiwi affettati e aggiungere il vino. Lasciate cuocere con fiamma moderata per 7-8 minuti, facendo attenzione a mantenere buona parte dei kiwi ancora interi. A cottura ultimata del riso, aggiungere i kiwi, spegnete la fiamma e mantecate con burro e formaggio. Servite disponendo sul piatto qualche fetta di kiwi.

La rassegna mercato intitolata “Sapori delle Terre di Custoza” ha richiamato migliaia di visitatori intorno ai caratteristici chioschi in legno. L´iniziativa è stata organizzata dal Comune di Bussolengo per la fiera di San Valentino, Bussolengo assieme a Sommacampagna, Valeggio sul Mincio, Villafranca e Sona, aderisce all’ambizioso progetto «Terre del Custoza»: un programma quinquennale di sviluppo turistico-rurale promosso dalla regione Veneto per l´area compresa tra il Garda e Verona. Oltre ai cinque comuni sono partner del progetto il Consorzio per la tutela del vino bianco di Custoza Doc, l´associazione Strada del vino bianco di Custoza Doc, la Federazione provinciale Coldiretti di Verona e i mercati ortofrutticoli dei comuni di Bussolengo-Pescantina, Sommacampagna, Sona, Villafranca e Valeggio.

Vino Doc da abbinare ai piatti della cucina veronese, tipicità, cultura, arte, storia e le bellezze di un territorio che da millenni è crocevia del passaggio di popoli da nord a sud e da est a ovest. “Itinerari e sapori delle Terre del Custoza” è diretto ai veronesi ma anche e soprattutto ai milioni di turisti che frequentano il Garda, Verona, i parchi benacensi, la Valpolicella e gli altri centri turistici veneti e lombardi.

Nell’ambito di questi itinerari di piacere e d’arte, Bussolengo ha molto da proporre: percorsi ciclabili sui colli e lungo l’Adige e straordinari tesori d’arte come la medioevale chiesa di San Valentino, patrono del borgo, la chiesa di San Rocco e il chiostro francescano, che risale al ´600, che propongono cicli d’affreschi che hanno regalato a Bussolengo il titolo di «Pagus Pictus», borgo dipinto.

San Valentino è conosciuto in tutto il mondo come protettore degli innamorati. Ma questa sua specialità è abbastanza recente. Il santo patrono dell’amor cortese, nel medioevo aveva ben altro da pensare: alle vacche ammalate e ai poveri cristi colpiti dall’epilessia. Lo fece talmente bene che Bussolengo ripagò il santo martirizzato nel 269 dall’imperatore romano Claudio il Gotico, con santa venerazione. Nel XII secolo gli eresse la chiesa dove le mamme e i papà di fanciulli colpiti dal mal caduto e i contadini si buttavano ai piedi della sua statua (bellissima, c’è ancora), a supplicarlo di guarire i figlioli (i primi) e a pregarlo di tenere la peste bovina lontana dalla loro stalle (i secondi). La chiesa di San Valentino arricchita dal ‘300 al ‘500 di due splendidi cicli di affreschi, uno all’interno e l’altro all’esterno, con le storie del vescovo martire, è uno scrigno d’arte poco conosciuto. In una cripta interna è conservato un “Compianto su Cristo morto” del XVI secolo: uno dei rari gruppi di statue lignee arrivati integri fino ai nostri giorni. Gli affreschi sono attribuiti alle scuole di Altichiero, del Badile e a Domenico e Francesco Morone.

Agricoltura e florovivaismo. A Bussolengo ha sede uno dei più grandi Garden Center d’Italia e d’Europa: Flover. Proprio nei giorni di San Valentino questa galassia del fiore propone una mostra di orchidee unica in Italia, con più di cento esemplari tra i più ricercati del mondo ed esperti che spiegano vita e miracoli delle bellissime piante tanto amate da Nero Wolfe. Sono molti gli eventi floreali organizzati da Flover anche nel resto dell’anno: a maggio c’è la mostra delle rose, in estate il giardinaggio, a Natale viene allestito il mercatino.

Bussolengo e le altre Terre del Custoza, grazie al progetto turistico-rurale della Regione Veneto e alla loro posizione tra poli di grande attrazione turistica, hanno trovato una dimensione appetita e appetitosa che innamora chi cerca angoli italiani ricchi di fascino.

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Morello Pecchioli
Bussolengo, terra del custoza

Morello Pecchioli

Morello Pecchioli

Direttore di Golosoecurioso. Giornalista professionista. Archeogastronomo. È stato caposervizio del giornale L’Arena di Verona. Ha scritto i libri “Il Bianco di Custoza”; “Il rosto e l’alesso, la cucina veronese tra l’occupazione francese e quella austriaca”; “Berto Barbarani il poeta di Verona”. Scrive per la rivista nazionale dell'Associazione italiana sommelier "Vitae", per "Il sommelier veneto" e per il quotidiano nazionale La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Ha collaborato, con Edoardo Raspelli, alla Guida l’Espresso. È ispettore della guida "Best gourmet dell'Alpe Adria". Ha vinto i premi Cilento 2006; Giornalista del Durello 2007; Garda Hills 2008. Nel 2016 ha avuto il prestigioso riconoscimento internazionale Premio Ischia per la narrazione enogastronomica. Nel 2016 ha scritto il libro "Le verdure dimenticate" e nel 2017 "I frutti dimenticati", pubblicati entrambi da Gribaudo. Sempre per Gribaudo ha scritto "Il grande libro delle frittate". In collaborazione con Slow Food ha pubblicato nel 2018 il volumetto sul presidio "Il broccoletto di Custoza".
Indirizzo mail: morello.pecchioli@golosoecurioso.it

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