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Guida Oro i Vini di Veronelli, solo 314 i Super 3 Stelle e 10 i Soli

Guida Oro i Vini di Veronelli, solo 314 i Super 3 Stelle e 10 i Soli

 E’ nelle librerie, ottima occasione per un regalo natalizio, il ponderoso volume della Guida Oro I Vini di Veronelli 2018, ritratto fedele delle migliori produzioni enologiche del Paese, dalla Valle Isarco a Pantelleria, lavoro immane del  Seminario Permanente Luigi Veronelli.

 

L’edizione 2018 presenta alcune importanti novità, in primo luogo il team dei curatori: accanto a Gigi Brozzoni, firma storica del volume, a valutare e raccontare i vini d’Italia sono quest’anno Marco Magnoli, prezioso collaboratore del Seminario Veronelli, e Alessandra Piubello, giornalista e scrittrice veronese, degustatrice professionista, nonché direttore responsabile di periodici e autrice di libri di argomento gastronomico.


I vini premiati, meno numerosi degli anni precedenti, testimoniano il rigore tenuto dai curatori nell’attribuire le ambite “tre stelle blu”: su 2.084 produttori censiti, per un totale di 16.137 vini classificati secondo il giudizio in centesimi e l’intuitiva scala in stelle, sono stati 314 i campioni insigniti delle Super Tre Stelle in ragione d’un punteggio uguale o superiore a 94/100.

 

Dopo alcuni anni, il Piemonte torna sul gradino più alto del podio nella consueta “sfida regionale”: è, infatti, il regno del nebbiolo e della barbera ad aver proposto il maggior numero di vini eccellenti, conquistando ben 87 Super Tre Stelle. La Toscana si ferma, invece, al secondo posto, a quota 83 riconoscimenti. Tra le regioni del Sud, infine, è la Sicilia a distinguersi, come di consueto, con 15 referenze ai vertici delle produzioni vitivinicole nazionali.

 

Il riconoscimento più atteso tra quelli attribuiti dalla Guida Oro I Vini di Veronelli è, tuttavia, il Sole, premio speciale della redazione assegnato, indipendentemente dal giudizio in centesimi, a dieci etichette che ben rappresentano l'intelligenza, la creatività e la dedizione dei vignaioli italiani. Ecco i nomi dei dieci vini “solari”: Valle d'Aosta Petite Arvine 2016 dell’Institut Agricole Regional (Aosta), Barolo Ciabot Mentin 2012 di Clerico Domenico (Monforte d’Alba, Cuneo), Rossese di Dolceacqua Bricco Arcagna 2015 di Terre Bianche (Dolceacqua, Imperia), Vin de la Neu Vigneti delle Dolomiti Johanniter 2015 di Nicola Biasi (Predaia, Trento), Collidi Conegliano Refrontolo Stèfen 1624 2012 di De Stefani (Fossalta di Piave, Venezia), Arbis Blanc Venezia Giulia Bianco 2015 dell’azienda Borgo San Daniele (Cormons, Gorizia), La Pineta Toscana 2015 di Podere Monastero (Castellina in Chianti, Siena), Capri Bianco Scala Fenicia 2016 di Scala Fenicia (Capri, Napoli), Le Braci Salento Negroamaro 2010 prodotto da Vigneti e Cantine Garofano (Copertino, Lecce) e, infine, Carignano del Sulcis Riserva Gavino 2014 della Cantina Vitivinicola Mesa (Sant’Anna Arresi, Carbonia-Iglesias).

 

Immutato, per definizione, è il numero dei Migliori Assaggi, cinque vini che, nella rispettiva tipologia, hanno ottenuto il più alto giudizio in centesimi nelle degustazioni dei Curatori. Miglior vino spumante è stato riconosciuto il Franciacorta Extra Brut Rosé Riserva Cuvée Annamaria Clementi 2007 di Ca’ del Bosco (Erbusco, Brescia), mentre il titolo di Miglior Assaggio per la tipologia vini bianchi è andato, invece, a sorpresa, al Montepepe Bianco Vintage Toscana 2012 di Montepepe (Montignoso, Massa Carrara). Una meritata conferma è arrivata nella tipologia vini rosati, avendo il Vigna Mazzì Salento Rosato 2015 di Rosa del Golfo (Alezio, Lecce) conquistato questo titolo per il secondo anno consecutivo. Al vertice qualitativo dei vini rossi italiani è una mitica “etichetta rossa” di Bruno Giacosa (Neive, Cuneo), il Barolo Riserva Falletto Vigna Le Rocche 2011, infine miglior vino dolce o da meditazione è stato giudicato il Carmignano Vin Santo Riserva 2010 della Tenuta di Capezzana (Carmignano, Prato).

 

Durante la presentazione del volume è stato annunciato pubblicamente l’avvio di una partnership tra Seminario Permanente Luigi Veronelli e Fondazione Giorgio Cini, fondazione istituita nel 1951 da Vittorio Cini in ricordo del figlio Giorgio, con lo scopo di restaurare l’Isola di San Giorgio Maggiore, reinserendola nella vita di Venezia e facendone un centro internazionale di attività culturali. Dalla collaborazione nata sulla base del comune interesse a promuovere le eccellenze culturali italiane, nel 2018 nascerà l’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, centro di alta formazione dedicato ai professionisti del vino e del cibo italiani.

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Roberto Vitali
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Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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