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Bornato
di Cazzago S. Martino (BS) – La PRIMA Cuvée, il Brut di Monte Rossa composto da vini ottenuti dalla
PRIMA spremitura delle uve Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot nero e vini di
riserva, si veste a nuovo per il suo debutto al Vinitaly 2016.
La PRIMA Cuvée è un
Franciacorta dalla forte personalità e di grande struttura e si distingue per
piacevolezza ed eleganza. Dopo un brindisi in compagnia non c’è da stupirsi se
si sente qualcuno recitare a gran voce…buona la PRIMA!
La nuova release esordisce
con una vestizione della bottiglia e una comunicazione che richiamano le
origini: colori chiari, ricchi, che rapiscono lo sguardo e
regalano forti emozioni. Bianco e oro. La semplicità e lo sfarzo non si
contrastano, ma si fondono in un'etichetta capace di esprimere eleganza ed
equilibrio.
Il bianco della PRIMA Cuvée è un omaggio alle origini, ai tempi in cui erano le regole dell'artigianalità a comandare sull'estetica. Tra un brindisi e l'altro, la Prima Cuvée si fa notare, impreziosita dal sigillo in oro che caratterizza la capsula, potente e inconfondibile.
Il passato torna nel presente
anche nella degustazione di questo Franciacorta: la Cantina lo propone infatti
in una coppa, così come mostra una fotografia riscoperta da Emanuele Rabotti
che ritrae i genitori mentre sorseggiano del Monte Rossa proprio in una coppa
di cristallo, bicchiere della tradizione capace di esaltare in modo unico aromi
e perlage.
Monte Rossa è una cantina storica della Franciacorta dove la tradizione contadina si è fusa armonicamente con la tecnologia e dove la cura artigianale e la ricerca appassionata dell’eccellenza sono gestite con impegno e mentalità, senza compromessi. Caratteristiche sintetizzabili nell’espressione “Artigianato enologico”, la mission che Monte Rossa persegue con determinazione fin dagli esordi. Era il 1972 quando l’imprenditore Paolo Rabotti (successivamente fondatore e primo presidente del Consorzio Tutela Franciacorta) con il prezioso supporto della moglie Paola Rovetta intraprese la strada della viticoltura. Una scelta ispirata e lungimirante che oggi viene portata avanti con entusiasmo e spirito innovativo dal figlio Emanuele.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981